L'aiuto della natura in gravidanza
Il periodo della gravidanza e dell'allattamento rappresentano per la donna una fase particolarmente critica dal punto di vista alimentare e dietetico. Una corretta alimentazione rappresenta infatti uno dei presupposti fondamentali per la normale evoluzione della gravidanza ed il normale accrescimento intrauterino del feto. Allo scopo di ottimizzare lo stato di salute della donna in questo periodo e ridurre il rischio di malformazioni o malattie del nascituro, viene sempre più spesso consigliato dai ginecologi l'impiego di integratori alimentari a base di vitamine e minerali quali supporto di una dieta idonea e corretta.
Accanto alle integrazioni più comuni rappresentate da acido folico, ferro, vitamina b12, calcio, zinco e rame, sempre più donne fanno ricorso ad integratori multivitaminici e multiminerali ed a prodotti contenenti uno o più estratti vegetali. Gli scopi per i quali questi prodotti sono assunti sono diversi. In alcuni casi sono impiegati per il trattamento di condizioni che nulla hanno a che vedere con la gravidanza e l'allattamento, come gli stati di raffreddamento o il mal di testa. Nella maggior parte dei casi tuttavia, sono assunti in relazione al trattamento di condizioni specifiche del periodo della gravidanza e del puerperio quali le nausee mattutine o la produzione di latte ad opera delle ghiandole mammarie. Nella maggior parte dei casi l'assunzione di questi prodotti non avviene a seguito del consiglio di personale specializzato, il quale solo raramente raccomanda il ricorso a sostanze diverse da vitamine, minerali o poco altro.
Valutazione della sicurezza di alcune sostanze naturali durante la gravidanza e allattamento
Cimifuga racemosa:
- controindicata in gravidanza
- controindicata in allattamento
Condroitina:
- Evidenze di sicurezza insufficienti in gravidanza
- Evidenze di sicurezza insufficienti in allattamento
Cromo:
- Probabilmente sicuro in gravidanza
- Probabilmente sicuro in allattamento
Coenzima Q 10:
- Verosimilmente sicuro in gravidanza
- Evidenze insufficienti in allattamento
Echinacea SPP:
- Verosimilmente sicuro in gravidanza
- Evidenze insufficienti in allattamento
Olio di pesce:
- Probabilmente sicuro in gravidanza
- Probabilmente sicuro in allattamento
Glucosamina:
- Evidenze di sicurezza insufficienti in gravidanza
- Evidenze di sicurezza insufficienti in allattamento
Hypericum Perforatum:
- Controindicato in gravidanza
- Controindicato in allattamento
S–Adenosilmetionina:
- Verosimilmente sicura in gravidanza
- Evidenze insufficienti in allattamento
Glycine Soja:
- Controindicato in gravidanza quando contenuto in formulazioni medicinali
- Evidenze insufficienti in allattamento quando contenuto in formulazioni medicinali
Trattamenti naturali in condizioni legate alla gravidanza
Pur essendo un evento fisiologico, la gravidanza può essere complicata da una serie di piccoli disturbi per risolvere i quali è sempre più diffuso tra le donne il ricorso a rimedi naturali.
Nausee gravidiche
La nausea, talvolta accompagnata da vomito, compare approssimativamente dalla sesta settimana di gravidanza ed è spesso percepita come "nausea mattutina", benchè possa presentarsi a qualsiasi ora. È provocata dall'aumentata concentrazione ematica di alcuni ormoni, in particolare la gonotropina corionica (HCG) prodotta dalla placenta, che hanno un effetto irritante sulla mucosa gastrica. Le punte di massima concentrazione di (HCG) coincidono approssimativamente con gli orari della nausea, una relazione che va scomparendo intorno alla 12esima–14esima settimana. Lo Zenzero (Zingiber officinale) è uno dei rimedi naturali più conosciuti e impiegati per il trattamento della nausea e del vomito che accompagnano i primi mesi della gravidanza ed è, a tal fine, anche di uno dei composti più studiati. Numerosi trials clinici mostrano che l'integrazione con prodotti a base di zenzero (250 mg di estratto 4 volte al giorno) riduce, più del placebo, i sintomi di nausea e vomito. La sua sicurezza dùuso durante la gravidanza non è stata tuttavia ancora adeguatamente stabilita. I risultati di alcune ricerche suggeriscono infatti che lo zenzero potrebbe avere effetti sul sistema ormonale del feto ed esiste un case–report di aborto spontaneo alla dodicesima settimana di gravidanza di una donna in trattamento con zenzero. Chiaramente questo report non può essere considerato un indicatore attendibile della non sicurezza della pianta durante questo periodo .
Diverse ricerche cliniche suggeriscono al contrario che lo zenzero può essere usato con sicurezza per il trattamento delle nausee gravidiche, senza pericolo per la salute del feto. Il rischio di malformazioni fetali a seguito dell'assunzione materna di zenzero non apparirebbe infatti superiore alla norma. Tuttavia come per qualunque farmaco, anche per lo zenzero andrebbe valutato il rapporto rischio beneficio quando assunto in questo delicato periodo.
Un'altra sostanza comunemente impiegata nel trattamento del malessere da nausea gravidica è la Piridossina (vitamina B6). L'Associazione americana degli ostetrici e ginecologi (ACOG) la considera il trattamento di prima linea nei confronti di questa condizione. Alcune ricerche cliniche suggeriscono che l'assunzione di Piridossina alla dose di 25 mg ogni 8 ore per 72, 96 ore riduce significativamente i sintomi di nausea e vomito gravidico rispetto al placebo. Dosi inferiori risultano ugualmente di aiuto per il trattamento della nausea, ma non sono in grado di prevenire gli episodi di vomito. Nelle donne che non rispondono al trattamento con la sola piridossina, viene spesso consigliata dal medico l'assunzione combinata con antistaminici–antiemetici (doxilamina).
Anche la Camomilla (Camomilla recutita) e le foglie di Lampone (Rubus idaeus) sono spesso utilizzate nel tentativo di ridurre la nausea gravidica, ma al momento non vi sono prove cliniche a riguardo attendibili a sostegno di un loro effetto in tal senso.
La sicurezza d'uso della camomilla durante la gravidanza non è stata inoltre sufficientemente verificata ad alti dosaggi.
Per quanto riguarda le foglie di lampone, l'assunzione può essere considerata sicura in prossimità del periodo del parto, mentre nessuna informazione si ha circa l'impiego nel primo trimestre di gravidanza, quando si presentano con maggiore probabilità gli episodi di nausea.
L'olio essenziale di Menta (Menta piperita) o l'infuso ottenuto dalle foglie di questa pianta sono comunemente impiegati nel trattamento dei disturbi a carico del tratto digerente. Non vi sono tuttavia evidenze in merito ad un totale effetto sulla nausea da gravidanza. Anche in questo caso, inoltre, sono molto poche le informazioni circa la sicurezza d'uso della pianta quando assunta a dosi importanti in gravidanza.
Non ultimo, l'olio essenziale di menta, favorendo il rilassamento dello sfintere esofageo inferiore, può indurre nei soggetti predisposti fenomeni di reflusso gastrico aggravando i sintomi di nausea.
Crampi muscolari agli arti inferiori
I crampi muscolari costituiscono un problema per molte donne in gravidanza, in particolare durante le ultime settimane di gestazione. Possono interessare sia le cosce che i polpacci, specie durante il sonno e possono essere legati sia a disturbi della circolazione venosa che a deficit di alcuni sali minerali. Per questo motivo uno degli approcci più comuni si basa sulla integrazione con Sali di Magnesio. Le evidenze tuttavia non sono univoche.
Mentre i risultati di alcune ricerche cliniche mostrano infatti come l'assunzione quotidiana di 360 mg di magnesio suddivisi in 2 momenti nella giornata (120 mg al mattino e 240 mg la sera) possa ridurre significativamente la frequenza degli episodi, altre ricerche sostengono che tale quantità non sia efficace in tal senso .
Anche l'integrazione con Sali di Calcio sembra poter essere di ausilio nel trattamento di questo disturbo. Ricerche preliminari mostrano che l'assunzione di un grammo di calcio 2 volte al giorno riduce la frequenza degli episodi di crampi alle gambe nel secondo e terzo trimestre.
Alcuni operatori suggeriscono anche l'integrazione con vitamina E. Vi sono tuttavia evidenze contraddittorie in merito al possibile effetto positivo del tocoferolo sui crampi notturni, mentre non sono disponibili ricerche che ne confermino l'effetto in gravidanza.
Gestosi
La gestosi, definita anche pre–eclampsia, è una seria complicazione della gravidanza caratterizzata dalla presenza di ipertensione arteriosa e proteinuria. A queste manifestazioni si associa, quasi costantemente, il difetto di crescita intrauterino del feto.
Le cause della malattia sono da ricercarsi in alterazioni della placenta che si svilupperebbero progressivamente durante la gravidanza per motivi non ancora del tutto chiari. Il trattamento medico si basa sulla somministrazione di farmaci in grado di deprimere l'eccitabilità nervosa e quindi prevenire le convulsioni eclamptiche.
A livello preventivo, l'assunzione di Calcio sembra poter rivestire un ruolo di qualche interesse.
Alcune evidenze cliniche mostrano infatti che l'assunzione di 1–2 g al giorno di questo minerale possa ridurre il rischio di ipertensione gravidica del 50% rispetto al trattamento con placebo. Gli effetti sembrano essere più evidenti in donne a rischio e con bassi livelli di calcio mentre gli effetti in donne con normali livelli di calcemia sono meno chiari. Anche per il ruolo che questo minerale svolge nella prevenzione della pre–eclampsia è importante che le donne assumano quotidianamente durante la gravidanza una adeguata concentrazione di calcio.
Alcuni ricercatori hanno ipotizzato che lo stress ossidativo possa giocare un ruolo nello sviluppo della gestosi. Di conseguenza, l'integrazione alimentare con sostanze ad azione antiossidante potrebbe rivelarsi interessante. A questo scopo sono stati valutati in diversi studi clinici gli effetti di combinazioni di vitamina C e vitamina E. I risultati di alcune ricerche evidenziano un effetto protettivo di queste sostanze in donne considerate ad alto rischio di gestosi. Altri ricercatori non sono tuttavia della stessa opinione. Un'analisi comparata dei diversi studi attualmente disponibili mostra che, complessivamente, l'assunzione di vitamina C ed E non riduce significativamente il rischio gestosi.
Induzione del travaglio
Le foglie di Lampone sono tra i rimedi tradizionalmente più impiegati per favorire o indurre le doglie. Gli effetti legati all'assunzione di questi estratti sono ricondotti ad un'azione sulla muscolatura liscia uterina. Secondo l'uso conosciuto, basse dosi di foglie di lampone favorirebbero le contrazioni di questi muscoli, mentre ad alte dosi subentrerebbe un effetto spasmolitico. Esistono tuttavia pochissime ricerche a sostegno degli effetti vantati. Uno dei pochi lavori condotti sull'uso delle foglie di lampone non ha evidenziato effetti in termine di riduzione della durata del travaglio nè per quanto riguarda il ricorso ad analgesici.
La Cimicifuga racemosa viene spesso consigliata per favorire il travaglio . Non esistono tuttavia evidenze che facciano supportare un effetto in tal senso, nè prove a sostegno della sua sicurezza in gravidanza. L'olio di ricino (Ricinus communis) è comunemente impiegato in paesi come l'Inghilterra per favorire il parto. Si pensa che l'iperemia indotta a livello gastrico dalla sua assunzione possa indurre una stimolazione dell'utero. Ricerche cliniche dimostrano infatti che a seguito dell'assunzione di 60 ml di olio di ricino, il 50% delle donne prossime al termine della gravidanza inizia il travaglio entro le 24 ore successive l'assunzione. Benchè non esista un'adeguata letteratura a sostegno della sicurezza di questo prodotto, non vi sono nemmeno evidenze che suggeriscono rischi per la madre o il nascituro.
Durante il travaglio , nel tentativo di ridurre il dolore che accompagna le contrazioni uterine, alcune donne fanno ricorso al Partenio (Chrysanthemum partenium). L'assunzione è giustificata dagli effetti blandamente sedativi e spasmodici associati al composto. Non esistono tuttavia nè prove a sostegno di tali effetti nè dati sulla sicurezza del prodotto quando assunto in gravidanza.
Trattamenti naturali per condizioni legate all'allattamento
Molti dei rimedi naturali impiegati dalle donne durante l'allattamento sono assunti allo scopo di stimolare o incrementare la produzione di latte. Si tratta cioè di sostanze ad azione galattogena. Molte piante sono tradizionalmente impiegate allo scopo, pur non esistendo evidenze cliniche a sostegno di questo effetto.
Il Fieno greco (Trigonella foenum–graecum) è sicuramente una delle piante più utilizzate. Benchè siano moltissime le testimonianze di efficacia, non vi sono in letteratura prove attendibili della sua efficacia.
Per il suo effetto stimolante della muscolatura uterina, se ne sconsiglia inoltre l'impiego durante la gravidanza.
Nonostante la sua sicurezza d'uso dopo il parto e durante l'allattamento non siano ad oggi supportate da evidenze cliniche, non si sono mai registrati episodi di effetti avversi in donne e lattanti.
L'assunzione di dosi elevate di fieno greco può favorire lo sviluppo di un odore corporeo che ricorda il profumo dello sciroppo d'acero. Questo può verificarsi sia nella madre che nel bambino.
Ingorgo mammario
L'ingorgo mammario è una condizione non rara durante l'allattamento, particolarmente nelle sue fasi iniziali ed è legata ad un incompleto svuotamento dei dotti galattofori per condizioni anatomiche (materne oppure del neonato) o di errata tecnica delle poppate. Il latte ristagna nei dotti secretori ed i seni appaiono gonfi, dolenti e più caldi del normale. Per ridurne i sintomi, alcune donne ricorrono ad un antico quanto poco efficace rimedio: l'applicazione sul seno di impacchi freddi di foglie di cavolo verde o cavolo cappuccio.
Il sollievo ottenibile con questo accorgimento è paragonabile a quello raggiungibile mediante l'applicazione di compresse fredde.
Nel tempo sono state sviluppate anche creme a base di estratti di cavolo verde, ma gli effetti ottenuti dal loro impiego non sono risultati superiori a quelli del placebo.
L'ingorgo mammario talvolta regredisce spontaneamente entro pochi giorni ma altre volte, se non trattato adeguatamente, evolve verso quadri clinici importanti fino alla mastite.
Assunzione di caffeina durante la gravidanza e l'allattamento
Una richiesta molto comune delle donne in gravidanza e allattamento è se sia possibile continuare ad assumere bevande contenenti caffeina e in quale quantità, o se debbano essere considerate dannose per il feto.
Di fatto la caffeina è in grado di attraversare la placenta e la sua concentrazione nei tessuti fetali è in equilibrio con quella presente nel sangue materno. Benchè non vi siano ad oggi evidenze di effetti teratogeni, la sua assunzione durante la gravidanza resta tuttavia argomento controverso.
Mentre il consumo di moderate quantità di caffeina (meno di 200 mg/giorno) non risulta associata ad importanti effetti clinici avversi, l'assunzione di quantità superiori è associata ad un significativo aumento del rischio di aborto spontaneo e può portare a fenomeni di astinenza da caffeina nei bambini appena nati.
Il dosaggio che si consiglia è di non superare 200 mg/giorno, e corrisponde al quantitativo di caffeina contenuto in due tazzine di caffè o 2 tazze di tè.
Meno pericoli sono associati al consumo di caffeina durante l'allattamento, ma è sempre consigliabile non eccedere nella sua assunzione. La concentrazione che la caffeina raggiunge nel latte è infatti circa il 50% di quella presente nello stesso momento nel sangue materno. L’assunzione di 1–2 tazzine di caffè al giorno non determina quindi livelli inaccettabili di caffeina nel latte.
Il consumo di quantità maggiori oltre a causare irritabilità e iperattività nel lattante, può favorire la comparsa di intolleranze alimentari e irritazioni gastrointestinali. Oltre che nel caffè, nel tè e negli energy drink, è bene ricordare che la caffeina è naturalmente contenuta in quantità significative in molti estratti vegetali impiegati nella produzione di integratori alimentari (tè verde, guaranà, noce di cola e mate) .
Tenore di caffeina in diverse bevande:
- Tazza di tè nero: 40–150 mg di contenuto
- Tazza di tè verde: 15–60 mg di contenuto
- Espresso: 64 mg di contenuto
- Tazza di caffè istantaneo: 27–80 mg di contenuto
- Soft drinks, 300 ml: 20–80 di contenuto
- Sport/Energy drink 250 ml: 48–300 di contenuto
Considerare infine che il contenuto in caffeina può variare considerevolmente in base al tipo di preparazione cui il prodotto è andato soggetto.
Quadro di sostanze naturali più comunemente consigliate per il trattamento di condizioni connesse a gravidanza e allattamento
Sostanza
- Carbenia benedica (Cardo santo)
- Brassica campestris
- Chrysanthemum partenium (Partegno)
- Carum carvi (Cumino)
- Cimicifuga racemosa
- Ricinus communis (Olio di ricino)
- Foeniculum volgare (Finocchio)
- Trigonella foenum-graecum (Fieno greco)
- Camomilla recutita (Camomilla)
- Zingiber officinale (Zenzero)
- Galega officinalis
- Capsella bursa pastoris (borsa del pastore)
- Rubus idaeus (lampone)
- Mentha piperita (menta)
- Piridossina (Vitamina B6)
- Magnesio
- Calcio
- Vitamina C
- Vitamina E
Uso
- galattagogo
- galattagogo
- allattamento al seno
- dolore durante il travaglio
- galattagogo
- induzione delle doglie
- induzione delle doglie
- galattagogo
- galattagogo
- nausea mattutina
- nausea mattutina
- galattagogo
- emorragia post parto
- nausea mattutina e travaglio
- nausea mattutina
- nausea mattutina
- crampi muscolari alle gambe
- crampi muscolari alle gambe e gestosi
- gestosi
- crampi muscolari alle gambe e gestosi
Conclusioni
I dati disponibili sull'uso dei farmaci convenzionali in gravidanza sono limitati e derivano generalmente da studi osservazionali. Come conseguenza, i clinici mantengono un atteggiamento di prudenza, riconoscendo che gli interrogativi restano aperti e la ricerca su efficacia e sicurezza dei farmaci in gravidanza deve continuare.
Per i rimedi naturali le informazioni disponibili sono ancora più ridotte.
Nonostante la generale mancanza di dati clinici in merito alla efficacia e alla sicurezza d'uso della maggior parte dei rimedi naturali in queste particolari fasi della vita delle donne, vi sono alcuni prodotti la cui assunzione può ragionevolmente considerarsi sicura per la gestante ed il suo bambino.
Per il trattamento delle nausee mattutine può rivelarsi di ausilio l'integrazione con piridossina o estratti di Zenzero, mentre per i crampi muscolari i Sali di Magnesio risultano essere un rimedio efficace e sicuro.
Mentre alla luce delle evidenze disponibili gli antiossidanti non possono essere suggeriti come trattamento preventivo della pre–eclampsia, l'assunzione di 1 grammo di Calcio al giorno si è rivelato un utile accorgimento in tal senso.
Per stimolare il travaglio l'Olio di ricino sembra una soluzione efficace che non comporta rischi di eventi avversi.
Benchè molti prodotti naturali vengano poi impiegati per favorire la produzione di latte, ad oggi mancano evidenze chiare a supporto di tale effetto.
Come avviene per i farmaci convenzionali, prima di consigliare l'assunzione di un integratore alimentare a base di sostanze naturali ad una donna in gravidanza o durante l'allattamento, è bene valutare il rapporto rischio/beneficio di tali prodotti, sconsigliandone in generale il ricorso in assenza di una reale utilità o in mancanza di un chiaro margine di sicurezza degli stessi.
Il consumo degli integratori alimentari a base di piante ed estratti vegetali andrebbe sempre e comunque valutato con il supporto di un'erborista esperta, onde evitare sostanze che per quanto naturali, possono essere controindicate in queste delicate fasi.