La sindrome del colon irritabile
La sindrome del colon irritabile (Irritable Bowel Syndrome); è un disordine gastrointestinale caratterizzato da ricorrenti episodi di dolore o fastidio addominale, associato ad alterata funzionalità dell'alvo, stipsi o diarrea. Si tratta sovente di una condizione cronica, che si stima interessi circa il 10% della popolazione, con prevalente incidenza femminile.
I sintomi compaiono normalmente fra i 20 e i 40 anni, ma non è eccezionale la loro manifestazione in età infantile. Più difficilmente si registrano casi di colon irritabile dopo i 50 anni: spesso si tratta di disturbi simili a quelli della IBS ma associati ad altre condizioni morbose, potenzialmente più severe della sindrome del colon irritabile.
Condizioni/sintomi che suggeriscono una diagnosi diversa da quella di IBS sono: anemia, storia familiare di cancro al colon, storia familiare di malattie infiammatorie intestinali, febbre, sanguinamento rettale o sangue nelle feci, sintomi notturni, comparsa di sintomi dopo i 50 anni, diarrea persistente o costipazione severa, uso recente di antibiotici, perdita di peso.
L’IBS è definita "disordine funzionale dell'intestino" poichè non è correlata ad alterazioni biochimiche o strutturali dell'alvo. Normalmente ai disturbi addominali si associa in modo prevalente una delle due alterazioni della defecazione, anche se in molti soggetti i periodi di costipazione si alternano a fasi di diarrea. Altri sintomi spesso lamentati da chi soffre di colon irritabile sono bruciore di stomaco, dispepsia, nausea, gonfiore addominale e flatulenza. La maggior parte dei soggetti con IBS accusano un notevole aumento della propria sintomatologia a seguito dell'assunzione di alcuni alimenti o in conseguenza di eventi particolarmente stressanti.
In ogni caso lo stress può solo aggravare i sintomi, ma mai essere la causa. Lo stesso di casi per gli alimenti: nonostante molti soggetti si sottopongono a diete di eliminazione al fine di identificare ed eliminare l'alimento/gli alimenti incriminati, non sempre ottengono i risultati sperati. I soggetti che lamentano sintomi da moderati a severi e che non ottengono miglioramenti a seguito di modifiche dell'alimentazione e dello stile di vita, intraprendono normalmente una terapia farmacologica o, nel 40% dei casi circa, si rivolgono a rimedi naturali.
Gli alimenti che possono esacerbare i sintomi di IBS i più comuni sono: alcool, legumi, caffeina, cioccolato, cibi grassi, latticini/lattosio, sorbitolo, alcuni vegetali come broccolo cavolo ecc.
IBS con predominanza di diarrea
In questi casi i soggetti ricorrono normalmente all'assunzione di antidiarroici OTC come la loperamide. Non si tratta tuttavia di un rimedio utile in tutte le circostanza potendo causare , spesso eccessiva costipazione. Anche gli anticolinergici sono frequentemente impiegati per controllare i crampi addominali e ridurre quindi le scariche diarroiche. Gli antidepressivi triciclici sono invece impiegati in alcuni soggetti per l'effetto inibitorio sui recettori muscarinici che porta a costipazione. Un nuovo approccio farmacologico prevede il ricorso agli inibitori di pompa e agli antagonisti dei recettori H2 per L'Istamina anche in soggetti che non lamentano bruciore di stomaco o ulcera peptica. Si presume, infatti che le secrezioni gastriche non adeguatamente tamponate possano causare l'infiammazione del piccolo intestino e favorire quindi la comparsa d diarrea. Questi farmaci riducendo le secrezioni acide sembrano ridurre tali episodi, anche se gli antagonisti H2 risultano meno efficaci degli inibitori di pompa.
In contrapposizione a questo approccio farmacologico, alcuni clinici sostengono che una produzione eccessivamente ridotta di succhi gastrici possa rappresentare essa stessa un problema per l'intestino e sconsigliano pertanto l'assunzione di questi farmaci in assenza di maggiori evidenza cliniche a sostegno del loro impiego nel trattamento dell'IBS.
Un'altra opzione farmacologica per il trattamento della diarrea sono gli antagonisti dei recettori serotoninergici. Queste molecole riducono la motilità gastrointestinale diminuendo così le scariche e i dolori addominali. Poichè si tratta di farmaci con notevoli effetti collaterali, sono prescritti solo dopo un'adeguata valutazione del rapporto rischio/beneficio per il paziente. I trattamenti farmacologici per i sintomi del colon irritabile danno spesso risultati altalenanti: efficaci in un primo momento , non risultano ugualmente utili sul lungo periodo.
L'approccio naturale al trattamento della diarrea da IBS prevede il ricorso a piante ad alto contenuto di tannini, composti polifenolici dal riconosciuto effetto astringente. Nell'intestino i tannini si legano alle proteine dei tessuti formando un rivestimento sulla mucosa che ne riduce la sensibilità agli stimoli irritanti, riducendo così gli episodi di diarrea.
Fonti ricche di tannini sono gli infusi di foglie di lampone, rovo, agrimonia e corteccia di quercia, nonché il Tè nero.
Benchè questi rimedi si utilizzano tradizionalmente con buoni effetti nel trattamento delle diarree occasionali, non vi sono ancora purtroppo , tuttavia evidenza consistenti a favore di una loro efficacia nel caso specifico di diarrea da IBS. Inoltre, mentre un utilizzo saltuario di tannini non desta alcuna preoccupazione, un'assunzione a dosaggi importanti e protratta nel tempo può provocare irritazione del tratto gastrointestinale. Da segnalare che la caffeina contenuta nel tè nero potrebbe, specialmente in caso di consumo elevato, esacerbare gli episodi di diarrea e peggiorare i sintomi di IBS. Consigliabile quindi il ricorso a tè deteinato.
IBS con predominanza di costipazione
L'integrazione alimentare con fibre rappresenta il trattamento d'elezione della stipsi associata a colon irritabile. I gastroenterologi consigliano in questo caso l'assunzione di circa 20, 30 grammi al giorni di fibre, da recuperare attraverso gli alimenti comuni, frutta, verdura, cereali integrali, o attraverso specifici integratori. Le fibre agiscono come lassativi di massa promuovendo la peristalsi intestinale e la defecazione. Benchè comunemente più impiegate per il trattamento della costipazione, le fibre possono tuttavia rivelarsi utili anche per controllare un accelerato transito intestinale, in quanto normalizzano i movimenti enterici.
Lo Psyllio è riconosciuto come rimedio efficace nel trattamento generico della costipazione, ma vi sono opinioni discordanti in merito alla sua utilità nel caso di colon irritabile. I risultati di alcuni studi individuali mostrano che l'assunzione della cuticola di Plantago Psyllium favorisce il transito intestinale e allevia alcuni sintomi da IBS quale il dolore addominale e la diarrea, migliorando complessivamente lo stato di benessere dei soggetti.
Non tutte le evidenze sono ugualmente favorevoli: un'analisi comparata dei risultati di alcuni studi, che hanno valutato l'efficacia delle fibre solubili in soggetti con IBS, non ha evidenziato benefici significativi derivanti dal loro impiego. In generale però è possibile dire che gli effetti delle fibre solubili sul transito intestinale sono individuali: alcune persone ne traggono benefici rilevanti, altri purtroppo no. Gli effetti compaiono generalmente dopo quattro settimane di trattamento.
Altre fonti di fibre solubili sono la Pectina, i semi di Lino, il Fieno greco e la gomma Karaya. Si tratta sempre di lassativi di massa per i quali non esistono al momento evidenze specifiche di efficacia nel trattamento della costipazione associata a IBS.
L'alternativa alle fibre solubili è costituita dai lassativi antrachinonici rappresentati dai preparati a base di Senna, Rabarbaro, Frangula, Cascara, aloe e diverse altre piante. Gli antrachinoni agiscono irritando le mucose del sistema gastrointestinale e causando la secrezione di acqua ed elettroliti nel lume intestinale, con conseguente stimolazione della motilità dell'intestino crasso. Per questo particolare meccanismo d'azione, tali preparati sono definiti lassativi stimolanti, irritanti o da contatto. L'utilizzo cronico di tali rimedi andrebbe evitato, poiché può causare l'insorgenza di assuefazione, crampi addominali, malassorbimento e, a dosaggi elevati, eccessiva perdita di elettroliti.
Un nuovo approccio farmacologico al problema della costipazione si basa sulla stimolazione dei recettori della serotonina presenti nelle viscere. Questo neurotrasmettitore riveste, infatti, un ruolo fondamentale nella secrezione e nella motilità intestinale: si stima che le cellule enterocromaffini distribuite nello stomaco e nella parete intestinale contengano circa il 95% della serotonina presente nel corpo umano. Sulla base di questi presupposti, alcuni ricercatori sostengono che l'impiego degli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina nei soggetti con costipazione da IBS possa determinare un aumento della motilità intestinale, in parte per un effetto diretto sulle cellule muscolari lisce e in parte per un effetto indiretto di tipo eccitatorio sui neuroni enterici, migliorando il problema della stipsi.
Dolore
Il dolore è uno dei sintomi classici del colon irritabile e può essere presente anche quando l'attività intestinale è relativamente regolare. È normalmente dovuto a un aumento della pressione intraluminale ma, in alcuni soggetti il dolore persiste anche in condizioni di pressione normali. I medici definiscono questa condizione "ipersensibilità viscerale". L'eziologia di questo fenomeno, è controversa: si presume possa dipendere da un'ipersensibilità dei neuroni coinvolti nella trasmissione dei segnali dolorosi dalla regione addominale. Gli anticolinergici sono considerati i rimedi d'elezione per il trattamento farmacologico del dolore addominale. Sono tuttavia controindicati nei soggetti con IBS associata a costipazione poichè possono peggiorare la stipsi. In questi casi, gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina sembrano rappresentare la scelta più appropriata.
Sono stati documentati buoni risultati nel trattamento del dolore da IBS impiegando l'olio essenziale di menta. Si ritiene che l'effetto di riduzione degli spasmi addominali sia da ricondurre al contenuto di mentolo dell'olio. Oltre che sul dolore, l'olio essenziale sembra agire positivamente sulla flatulenza e la diarrea, con risultati effettivi nel 40–80% dei soggetti trattati. Il dosaggio consigliabile è di 0.4–0.8 ml di olio essenziale da assumersi tre volte al giorno prima dei pasti. Si raccomanda l'impiego di formulazioni gastro–resistenti in modo da minimizzare eventuali problemi di bruciore di stomaco e reflusso. È necessario segnalare che, a fronte dei risultati sopra riportati, esistono studi invece che non hanno invece evidenziato alcun effetto benefico a seguito dell'uso dell'olio essenziale di menta. Anche gli estratti di foglie di carciofo sembrano rappresentare un rimedio efficace per i sintomi da IBS. In due studi preliminari, di cui uno aperto, l'impiego protratto per sei settimane di prodotti commerciali a base di foglie di carciofo alla dose di 320–640mg/giorno, ha ridotto significativamente il dolore addominale, i crampi, il gonfiore, la flatulenza e la costipazione associate ad IBS migliorando la qualità di vita dei soggetti.
Secondo alcuni gastroenterologi i soggetti con diagnosi di IBS presentano unàalterata flora batterica intestinale. Presumibile quindi supporre che l'integrazione alimentare con fermenti probiotici, correggendo tali alterazioni, possa favorire un miglioramento della sintomatologia tipica della sindrome. Alcune evidenze preliminari supportano di fatto questa tesi, ma i risultati ottenibili variano enormemente in base alla specie probiotiche impiegate. Alcune ricerche cliniche mostrano che l'assunzione di specifici ceppi di Lactobacillus acidophilus, se assunti per periodi sufficientemente lunghi, può migliorare alcuni sintomi di disagio intestinale quali il dolore e il gonfiore addominale, la frequenza e la quantità delle evacuazioni. Contrastanti invece i risultati ottenuti con il ceppo di Lactobacillus plantarum 299v: mentre due studi clinici evidenziano che l'assunzione di una bevanda commerciale contenente tale microrganismo sia in grado di ridurre significativamente, rispetto al placebo, il dolore addominale e la flatulenza, un terzo studio sviluppato impiegando lo stesso prodotto alimentare non ha riscontrato alcuno di questi benefici per la salute.
I risultati ottenuti valutando gli effetti di altri ceppi di Lactobacillus sui sintomi da colon irritabile non sono stati positivi: nè il Lactobacillus GG nè il L.Salivarus hanno migliorato in alcun modo i fastidi dei partecipanti ai relativi trials clinici. Il Bifidobacterium infantis sembra invece essere efficace nel ridurre il dolore e il gonfiore addominale e nel migliorare la peristalsi intestinale. Nello studio preso in considerazione, i risultati positivi si sono avuti sin dopo la prima settimana di assunzione del probiotico alla dose di 1 miliardo di cellule al giorno. Nessun effetto è stato invece riscontrato sulla frequenza e le qualità delle evacuazioni. Alcune evidenze sperimentali suggeriscono che anche una combinazione commerciale di Lactobacillus, Bifidobacteria e Streptococcus sia in grado di ridurre il gonfiore associato a IBS, mentre non sembra ugualmente efficace sul dolore addominale o nel controllare il transito intestinale.
Varie
L'Iberide è tra i principali ingredienti vegetali di alcuni prodotti commerciali proposti per il trattamento dei sintomi del colon irritabile. Il suo effetto sembra quello di favorire la peristalsi intestinale agendo sulla frequenza e l'ampiezza dell'onda di propagazione che interessa il piccolo intestino. Non vi sono tuttavia evidenze sperimentali certe circa la sua efficacia nel trattamento della sindrome da IBS.
L'impiego della Melatonina nel trattamento del colon irritabile si deve ad osservazioni sperimentali: poichè molti soggetti affetti da IBS lamentavano anche insonnia, si è potuto verificare che làassunzione di questa sostanza non solo migliorava la qualità del sonno, ma riduceva anche l'intensità del dolore addominale avvertito dai soggetti. Gli effetti di costipazione, diarrea, gonfiore, e altri sintomi associati a IBS sono ancora da chiarire: i risultati degli studi disponibili in letteratura sono infatti contrastanti. Alcuni sostengono che la melatonina non abbia altri effetti se non quello sul dolore, altri evidenziano invece miglioramenti a livello di gonfiore e di sintomi associabili a IBS quali mal di testa, bruciore di stomaco e nausea. Ulteriori studi potranno chiarire le potenzialità di questa molecola nel trattamento dei sintomi da colon irritabile .
Terapie tradizionali e rimedi naturali nel trattamento della sindrome del colon irritabile
Antagonisti della serotonina
Agonisti parziali del 5–HT4
Antiacidi
- Farmaci tradizionali
- Inibitori di pompa
- Antagonisti dei recettori H2 per l'istamina
Antidepressivi
- Antidepressivi triciclici
- Inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina
Antidiarroici
- Farmaci tradizionali
- Rimedi naturali
- Agrimonia eupatoria
- Tè verde (Carnelia sinesis)
- Foglie di rovo (Rubus fruticosus)
- Foglie di lampone (Rubus idaeus)
- Quercia (Quercus robur)
Antispastici
- Farmaci tradizionali
- Rimedi naturali
- Carciofo (Cynara scolymus)
- Olio essenziale di menta (Mentha piperita)
Fibre
- Farmaci tradizionali
- Metilcellulosa
- Rimedi naturali
- Pectina di mela
- Psylium (Plantagopsyllium)
- Fieno greco (Trigonella foenum graecum)
- Semi di lino (linum usitatissimum)
- Gomma karaya (Sterculia urens)
Lassativi
- Farmaci tradizionali
- Rimedi naturali
- Aloe (aloe vera)
- Cascara (Frangula purshiana)
- Rabarbaro (Rheum officinale)
- Senna (Cassia senna)
- Spincervino (Rhamnus catartica)
Varie
- Rimedi naturali
- Iberide amara (Iberis amara)
- Melatonina
- Probiotici (bifidobatteri e lattobacilli)
- Riflessologia
- Naturopatia
- Yoga
Solo per talune di queste sostanze ad oggi esistono prove certe in merito alla loro efficacia in tal senso.
Conclusioni
Le malattie funzionali del colon costituiscono la causa più diffusa di ricorso agli ambulatori di gastroenterologia (50–70% dei casi) e, per la loro elevata incidenza, costituiscono un problema importante dal punto di vista socio–economico.
Nella maggior parte dei casi è possibile controllare con successo i sintomi più leggeri del colon irritabile modificando l'alimentazione e migliorando il proprio stile di vita.
In caso di sintomi moderati o severi è possibile, in alternativa ai trattamenti farmacologici classici, fare ricorso a diversi preparati naturali la cui sicurezza di impiego è stata ampiamente dimostrata negli anni. Le fibre sono ad esempio molto utili sia nel trattamento di IBS associata a costipazione che a diarrea.
Il tipo di fibre da assumere è meno importante della loro quantità, che deve essere compresa tra i 20 e i 30 grammi al giorno.
Tra i rimedi più studiati vi sono l'olio essenziale di menta per il trattamento del dolore addominale associato a diarrea e gli estratti di foglie di carciofo in caso di IBS con predominante costipazione.
L'integrazione con specifici ceppi di probiotici appartenenti ai generi lactobacillus e Bifidobacteria può essere di ausilio per il controllo del gonfiore intestinale.
Per il problema della costipazione è da raccomandare il ricorso ai lassativi conosciuti rispetto a quelli da contatto.